CENNI DI STORIA DEL PALAZZETTO QUERINI

Tale iscrizione è riportata nel libro “Alcuni palazzi ed antichi edifici di Venezia storicamente illustrati, con annotazioni” di Giuseppe Tassini.

Nel libro “Delle inscrizioni veneziane” Emanuele Cicogna dice che Marino era generosissimo verso i poveri e che Alvise, figlio di Tiberio, pronipote, fu uno dei più famosi segretari del Senato, fra i più distinti del suo tempo. Oltre ad avere ampie cognizioni di filosofia, politica e belle lettere latine e volgari, era dottissimo anche in legge, nella quale aveva la laurea. Scrisse anche opere giuridiche e dai contemporanei fu chiamato “doctissime Querini”.

Nella più famosa “Guida di Venezia” del Sansovino, si parla di Alvise Querini come “homo letteratissimo” e “di genio candidissimo et che porta il cuore in mano” , morto nel 1653 “da estrema vecchiezza”.
nota

Alvise sposò Candiana, figlia di Cesare Trevisan (famiglia patrizia).
Ebbe due figli: Domenico, che venne ucciso a soli ventiquattro anni, e Cesare (come il nome del nonno) che fu anche lui segretario.
La nipote Candiana Querini (il nome della nonna) figlia di Cesare, sposò nel 1649 Marco Contarini, che il 1649, 18 febbraio more veneto (cioè 1650) dichiarava:
“Ho sposato Candiana Querini, figlia legittima di Cesare e di Veronica Otti, con l’approvazione in minor consiglio del 21 agosto scorso in Chiesa di San Cristoforo di Murano.”
Ecco come il palazzo è passato ai Contarini.

1740
Condizione di decima (dichiarazione delle tasse) dei fratelli Contarini figli di Marco:
“Abbitiamo in contrà di San Antonino al ponte dell’Arco, casa propria, con Bertucci Contarini, fu de ser Polo, nostro nepote – in Venezia – la casa dove abbitiamo metà incendiata in contrà di San Antonin al ponte dell’Arco”.

1786, 30 luglio
I beni passano al figlio di Bertucci, che si chiama lui stesso Bertucci.

1804-1808
La proprietà è indivisa al n. mappale 4416 appartenente a Contarini Bertucci.
C’è solo una camera che è parte del mappale 4415, appartenente a Da Riva e Bossi

La famiglia Querini, della classe cittadinesca, aveva un altare, per così dire privato, nella chiesa di Sant’Antonio di Castello, dedicato allo sposalizio della Madonna.
Ora la chiesa non esiste più e le seguenti lapidi sono custodite nel Seminario.

MARINI QUERINI DI ALVISE, NOME INCOMPARABIE DI ELOQUENZA, IL QUALE DEPONENDO IL SUO SPIRITO NEL 1523, LASCIO’ AI POSTERI UN TRISTE DESIDERIO DI PRUDENZA, AUTOREVOLEZZA, PIETA’, COME PURE RICCHEZZE BENE ACQUISTATE E DA USARE ALTRETTANTO BENE. VISSE 65 ANNI.
ALVISE, FIGLIO DI TIBERIO, DEDICO’ AL DEGNO PROAVO CON QUESTA SANTA TAVOLA DIPINTA UN TEMPO DA GIACOMO PALMA E ORA CONSUMATA DAL TEMPO. CURO’ CHE FOSSE RESTAURATA ET ADORNATA DALL’ALTRO GIACOMO PALMA NEL 1611.

ANNO 1611
A CANDIANA TREVISAN SFINITA DA LUNGO E INSANABILE MORBO E DAL TERRIBILE TRADIMENTO DEI CONSANGUINEI CONTRO IL FIGLIO DOMENICO, ALVISE QUERINI POSE, ALLA MOGLIE DILETTISSIMA CON LA QUALE VISSE PER VENTINOVE ANNI, ETERNO TESTIMONIO DI UNANIME DOLORE, DI AMORE, DI PERFIDIA, DI VERITA’.
MORI’ IL 25 DICEMBRE 1615.

STA CHIUSO NEL MARMO DOMENICO QUERINI DI ALVISE, DELLA LIETA ETA’ E DEL TRISTE DESTINO, I GRANDI TRADITORI CESARE BALBO, AMICO, E FRANCESCO MARIPIERO, PARENTE, LO UCCISERO QUANDO AVEVA 24 ANNI E GIORNI 9, IL 23 DICEMBRE 1614. I GENITORI POSERO TRISTI E INDIGNATI PER IL FIGLIO E CONTRO I SICARI E QUEL DELITTO INFAME. STA QUI NEL MARMO PER ETERNARE QUESTO MISFATTO E LA DETESTANDA SANGUINARIA MALVAGITA’ DEI PARENTI.

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